LA STORIA
Il Duca Giovambattista Cresci e la Duchessa Isabella, innamorati di questi luoghi e della loro gente
Il Duca Giovambattista Cresci, che era Signore di Trecchina ed abitava nel castello in cima alla rocca, aveva per moglie una leggiadra Duchessa di nome Isabella.
Il Duca e la Duchessa decisero di non risiedere nella città di Napoli, come facevano gli altri feudatari, ma di abitare sempre nel castello perchè la Duchessa Isabella amava molto i trecchinesi, ed era caritatevole con i poveri; infatti, tutte le domeniche, dopo aver ascoltato la messa nella chiesa di S. Giovanni, distribuiva personalmente le elemosine nella piazzetta ducale.
Correva l’anno 1600, quando un giorno le riferirono che per le sue terre, al Piano, passavano i pellegrini che andavano a Roma via mare, per celebrare il Giubileo e che la notte dormivano sotto il grande olmo, prima di riprendere il cammino verso il Porto di Maratea. Allora la Duchessa pregò il marito affinchè facesse di tutto per consentire a quei fedeli, già provati da tanti giorni di cammino, di dormire al coperto.
Il Duca, che voleva un gran bene alla moglie, dette subito ordine di costruire un ricovero ove far dormire e mangiare i pellegrini, nella pianura coltivata a grano, poco distante da grande olmo, qui dove ora ci troviamo noi.
Da allora per questo alloggio passarono centinaia di devoti, che pernottarono e mangiarono gratuitamente anche l’anno successivo, di ritorno dal Giubileo.
Dopo qualche anno, qui si fermavano anche i devoti che andavano in pellegrinaggio alla Madonna di Novi Velia e, quando tornavano, cantavano le lodi a Maria e facevano tre giri attorno alla Croce di pietra che il Duca aveva fatto innalzare nella piana nel 1609, lì dove ancora oggi si può vedere.
Così questo luogo, per tanti anni ancora, anche quando il Duca morì e il feudo passò ad altri proprietari, fu chiamato “la locanda del Duca” anche se, ormai abbandonato, di esso non rimasero che pochi ruderi.